#STEP 30 LA SCIENZA E LA TECNICA DELLA COSA
Il pumo in ceramica è il pezzo forte dell’artigianato pugliese, quindi prenderò in considerazione questo materiale.
La cottura dell’argilla è un processo che dura diverse ore e comporta una serie di reazioni chimico-fisiche quindi, raggiunta nella fornace una temperatura di circa 600 gradi centigradi l’acqua, chimicamente combinata all’interno della struttura del reticolo cristallino, fuoriesce dall’impasto, i minerali argillosi subiscono trasformazioni irreversibili e l’argilla diventa ceramica modificando il proprio colore e subendo un ulteriore ritiro volumetrico.
Le fasi del ciclo produttivo del pumo sono:
la foggiatura, è il momento della nascita del pumo che prende forma nelle mani da una massa d’argilla grezza posizionata sul tornio.
L’essiccazione, quando il pumo ha la sua forma, per diventare maiolica ha bisogno di cure e tempo per far evaporare parte dell’acqua che altrimenti provocherebbe fenditure all’interno del forno.
La prima cottura, una vola essiccato, il pumo passa alla prima cottura tra 1000 e 1020 gradi centigradi.
La smaltatura, il pumo, diventato biscotto, viene immerso nello smalto, poi viene lasciato scolare e messo ad asciugare per 24 ore.
La pittura, i colori più usati sono gli ossidi.
La cristallinatura, un composto di silicati ed acqua che dá brillantezza e resistenza.
La seconda cottura, chiamata “cottura del bello” ad una temperatura di 920/950 gradi centigradi.
L’immagine poetica delle mani sporche di argilla oggi la ritroviamo soltanto nelle viuzze di
incantevoli paesi che hanno conservato la tradizione, diversamente la lavorazione della ceramica ha cambiato scala diventando un notevole comparto industriale.
La cottura dell’argilla è un processo che dura diverse ore e comporta una serie di reazioni chimico-fisiche quindi, raggiunta nella fornace una temperatura di circa 600 gradi centigradi l’acqua, chimicamente combinata all’interno della struttura del reticolo cristallino, fuoriesce dall’impasto, i minerali argillosi subiscono trasformazioni irreversibili e l’argilla diventa ceramica modificando il proprio colore e subendo un ulteriore ritiro volumetrico.
Le fasi del ciclo produttivo del pumo sono:
la foggiatura, è il momento della nascita del pumo che prende forma nelle mani da una massa d’argilla grezza posizionata sul tornio.
L’essiccazione, quando il pumo ha la sua forma, per diventare maiolica ha bisogno di cure e tempo per far evaporare parte dell’acqua che altrimenti provocherebbe fenditure all’interno del forno.
La prima cottura, una vola essiccato, il pumo passa alla prima cottura tra 1000 e 1020 gradi centigradi.
La smaltatura, il pumo, diventato biscotto, viene immerso nello smalto, poi viene lasciato scolare e messo ad asciugare per 24 ore.
La pittura, i colori più usati sono gli ossidi.
La cristallinatura, un composto di silicati ed acqua che dá brillantezza e resistenza.
La seconda cottura, chiamata “cottura del bello” ad una temperatura di 920/950 gradi centigradi.
L’immagine poetica delle mani sporche di argilla oggi la ritroviamo soltanto nelle viuzze di
incantevoli paesi che hanno conservato la tradizione, diversamente la lavorazione della ceramica ha cambiato scala diventando un notevole comparto industriale.
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